SAI LEGGERE UN’ETICHETTA?

L’etichetta è una sorta di “carta d’identità” dell’alimento – ci fornisce informazioni importanti, aiutandoci a capire che cosa stiamo acquistando.

Per legge, l’etichettatura alimentare non deve indurre in errore il consumatore, riportare informazioni fuorvianti, false o ovvie.

In questo articolo parleremo di alimenti preimballati, ovvero alimenti che sono stati posti in confezione prima di essere messi in vendita (si escludono quindi alimenti sfusi, alimenti posti in imballaggio a seguito di richiesta del consumatore finale o preincartati sul luogo di vendita)

Ecco 10 consigli che ti possono aiutare a leggere in modo più consapevole un’etichetta.

1. Controlla sempre che la confezione contenga le seguenti informazioni: denominazione dell’alimento, quantità netta e titolo alcolometrico nel caso di bevande alcoliche con contenuto di alcol superiore all’1.2 %.

2. Fai attenzione all’ordine degli ingredienti di un prodotto: essi sono indicati in ordine decrescente di quantità (il primo dell’elenco è più abbondante del secondo e così via).

N.B.: la quantità di ingrediente impiegato non è obbligatoria da riportare, a meno che nella denominazione non venga definito un ingrediente particolare (es. yogurt alla fragola) o vi siano immagini che riportano ad un ingrediente specifico.

3. Quantità netta: quante volte ci è capitato di acquistare, ad esempio, del pesce congelato, scongelarlo e trovarci di fronte ad una quantità quasi dimezzata rispetto quanto ci aspettavamo? Quello che dovete considerare in questo caso è il peso netto, che non deve comprendere il peso della glassatura (acqua congelata – surgelata considerata come liquido di copertura del pesce).

4. Non confondere data di scadenza di un prodotto con il termine minimo di conservazione: esistono differenze tra “da consumare entro il” (DATA DI SCADENZA) e “da consumare preferibilmente entro il” (TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE), in quest’ultimo caso il prodotto potrebbe solamente aver modificate alcune caratteristiche organolettiche come sapore e odore, ma può essere consumato, senza rischi per la salute, oltre tale data. Non esiste quindi un termine di sicurezza effettivo, infatti questa dicitura si può usare esclusivamente nei prodotti non rapidamente deperibili, che quindi hanno una durata già di per sé abbastanza lunga.

5. Se soffri di allergie o intolleranze alimentari controlla sempre nell’elenco degli ingredienti la presenza di eventuali allergeni. Essi devono essere evidenziati nell’elenco degli ingredienti (es. in grassetto o maiuscolo oppure colorati).

6. Mantieni sempre i prodotti refrigerati e quelli surgelati alla temperatura indicata sull’etichetta e riponili, subito dopo l’acquisto, nel frigorifero o nel congelatore. Ricorda che il freddo non uccide i batteri, ma ne rallenta o ne impedisce temporaneamente la crescita. Allo stesso modo osserva le corrette modalità di cottura: in alcuni alimenti carnei per esempio puoi trovare scritto “da consumare previa cottura – 75°C a cuore del prodotto”.

7. Nome o ragione sociale e indirizzo dell’operatore. Questa informazione non ti dice da dove proviene il prodotto o quale sia la sua origine, ma solo chi è il responsabile delle informazioni presenti in etichetta. Per meglio definire l’origine degli alimenti ci servirà un’ulteriore lezione insieme, essendo l’argomento articolato e complesso.

8. Dichiarazione nutrizionale. Esistono informazioni obbligatorie che devono essere presenti e sono: valore energetico su 100g/ml, carboidrati (di cui zuccheri poiché un’elevata assunzione favorirebbe l’insorgenza di diabete e obesità), grassi (di cui saturi poiché un’eccessiva assunzione favorirebbe la formazione del cosiddetto “colesterolo cattivo”), proteine e sale.

Possono essere presenti anche informazioni facoltative che possano far riferimento a ulteriori indicazioni nutrizionali e/o di salute (i cosiddetti claims), per esempio “povero di grassi”, “senza zuccheri aggiunti” oppure “ricco di fibre”. Anche per i claims nutrizionali e di salute svilupperemo un apposito articolo.

9. Additivi utilizzati nel prodotto. Gli additivi alimentari sono obbligatoriamente designati con il nome della loro categoria funzionale, seguita dal loro nome specifico o dal numero CE. Per esempio la curcumina sarà indicata come “colorante: curcumina” oppure “colorante: E100”.

In alcuni prodotti alimentari, come pasta, olio di oliva, miele l’impiego degli additivi non è consentito, perché non giustificato dal punto di vista tecnologico. Anche se ritenuto non nocivo, l’additivo non è consentito se non è necessario.

Ricorda: Più un alimento è trasformato più aumenta il numero di additivi autorizzati e utilizzati; snack, salse e dessert sono alcuni dei prodotti che necessitano di maggiore lavorazione, perciò è consentito l’impiego di più additivi alimentari.

10. Last but not least, preferisci alimenti confezionati con materiale riciclato/riciclabile: leggi bene le indicazioni sul materiale utilizzato per il confezionamento o l’imballaggio (AL alluminio, CA cartone, ACC acciaio ecc.), darai una mano alla salvaguardia dell’ambiente.